Home Page Chi siamo Cosa offriamo Finalità Partecipa Donazioni Contatti Segnalazioni Mappa del sito Meteo Cartoline


Provincia di MESSINA


Visita il capoluogo

I Comuni

ITINERARIO DEI CASTELLI NELLE PROVINCIE SICILIANE


 

::duomo-di-santa-maria-assunta»Altre Opere » Storia

Eventi Cartoline Galleria Brochure Commenti Link

 

Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)





Madonna del Rosario
Olio su tela 236×130.
Firmata e datata "P. L. TROMBETTA 1869".
L'iconografia con cui è sviluppato il soggetto è quella consolidatasi come consuetudine fin dalla fine del XVI secolo. In alto, stante su un trono di nuvole, calpestando una falce di luna, è la Madonna (la cui iconografia è però qui più vicina a quella di un'Immacolata) che trattiene in una mano il rosario penzolante verso il basso. Con l'altra mano sorregge, invece, il Bambino Gesù. Ai suoi piedi due Santi (San Domenico e Santa Caterina da Siena) accolgono oranti ed in ginocchio il Rosario.
Sono d'accordo, questa volta, con il compilatore dell'inventario quando scrive che "l'iconografia della Madonna del Rosario…viene qui ricomposta in schemi rigidi e convenzionali…", poiché, a differenza dei dipinti già analizzati, in quest'ultimo, i personaggi risultano impostati debolmente e senza nerbo, quasi dei manichini, bloccati nei loro movimenti legnosi e rigidi, impersonali nelle caratterizzazione del viso, mentre i passaggi coloristici che contraddistinguono le vesti della Madonna sono troppo violenti e squillanti, accostati dunque senza nessuna attenzione all'effetto visivo, che anzi viene disturbato ed infastidito dalla violenza di quel elementarità del blu intenso del manto che diventa, di colpo, nella veste, un rosso altrettanto netto.
Forse l'unico elemento di pregio di questo quadro è il cagnolino bianco e marrone ai piedi di San Domenico, trattato con scavo naturalistico di tutto rispetto.

Battesimo di Cristo
Olio su tela 137×65 cm.
Firmata: "S. Ferro" senza indicazioni di data.
Anche se non ci viene difficile pensarlo contemporaneo al San Vito suddetto, per un'analoga alta qualità estetica, ma soprattutto per quelle caratteristiche comuni di una maggiore sensibilità coloristica (che notiamo nel riempimento del corpo di Cristo, nella sfaccettatura della sua tunica rosa, oppure nella descrizione delle vesti del Battista tutte giocate sulle gradazioni del marrone), di una costruzione volumetrica più studiata e soprattutto per l'apertura ambientale dello sfondo, in cui intuiamo la predetta vena tardo-romantica del pittore.
Comunanze stilistiche che troviamo infine nel patetismo teatrale dei volti e dei gesti, patetismo (cosi come tutti gli altri elementi individuati) che il pittore possedeva in nuce già dalla prima opera analizzata ma che ormai si sono rivelate in tutta la loro sapiente maturità.

Santi Cosma e Damiano
Il Ferro, dipinse per Pozzo di Gotto una quinta tela, di grandi dimensioni 250×122 cm, raffigurante i Santi Cosma e Damiano, firmata e datata 1860, che versa oggi in cattive condizioni di conservazione.
Il compilatore dell'inventario scrive "… il dipinto appare stilisticamente più convincente per l'uso della linea che non presenta incertezze e per la salda ed equilibrata costruzione dei volumi; esaltati da una luce che ne delinea in modo nitido le ombre e ne valorizza i colori smaltati".