Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Raccoglie le collezioni di dipinti del fondatore e dell'avvocato Cirincione, attualmente esposti in diverse sale tra il primo e il secondo piano, senza seguire un percorso espositivo strettamente cronologico. Le raccolte sono di natura eterogenea (XV-XVIII secolo) e prevalentemente siciliane.
- Ritratto d'ignoto marinaio di Antonello da Messina. Secondo la tradizione sarebbe stato rinvenuto dal barone a Lipari adattato come sportello nel retrobottega di una farmacia e sarebbe stato danneggiato agli occhi da un'inserviente, che si era sentita sbeffeggiata dal sorriso sogghignante del ritratto. La datazione è controversa (1465 o 1470-1472) ed ignoto il personaggio raffigurato, forse un nobile o facoltoso personaggio quattrocentesco.
- Santi Elena e Costantino, tavola firmata dal pittore Giovanni Mosco (1680-1724), con le figure su sfondo architettonico vestite in abiti imperiali riccamente ornati, rappresentate nell'atto di reggere la Croce.
- Opere della "scuola cretese-bizantina" (artisti greci e da cretesi che, dopo la caduta di Costantinopoli, proseguirono in esilio tra XV e XVIII secolo la tradizione artistica tardo-paleologa con numerose immagini devozionali, sia nella penisola balcanica sia a Venezia e di cui si trovano tracce negli affreschi dei monasteri del Monte Athos e delle Meteore).
- Madonna col Bambino, dipinto a tempera su tavola XVI secolo, forse dello stesso autore di una "Madonna" della collezione Rampazzo di Padova, datata tuttavia al XV secolo.
- Altra Madonna col Bambino, dipinto ancora a tempera su tavola, datato al XVII secolo, con le figure su sfondo dorato.
- Santi Cosma e Damiano su sfondo dorato del XVIII secolo, forse attribuibile ad un seguace di Vittore di Bartolomeo.
- San Giovanni l'Elemosiniere, seduto su un trono, ancora del XVIII secolo.
- Crocifissione del XV secolo (derivazione fiamminga interpretata da un pittore della scuola tedesca).
- Trinità, tavoletta cuspidata di pittore siciliano della seconda metà del XV secolo, forse un gonfalone processionale o la sommità di un polittico.
- Madonna che allatta il Bambino, olio su tela, danneggiata e con tracce di restauro mal eseguito, attribuito ad un seguace siciliano di Antonello de Saliba (XVI secolo).
- Cristo Giudice, tavola a tempera e ad olio, probabilmente parte centrale di un trittico o polittico, di Johannes De Matta, pittore spagnolo attivo nella prima metà del XVI secolo. Inizialmente attribuita al pittore locale Nicolò Pettineo.
- Angeli oranti tavolette ad olio, probabilmente appartenenti ad un trittico di cui manca il pannello centrale, della seconda metà del XVI secolo.
- San Sebastiano curato da Irene e dalla fantesca, olio su tela del primo ventennio del XVII secolo. Il tema è presente in molti pittori caravaggeschi, ma qui con paesaggio e trattamento della luce differenti. è stato attribuito alla cerchia di Pietro Novelli o di ambiente genovese.
- Incredulità di san Tommaso, olio su tela della prima metà del XVII secolo, tradizionalmente attribuita al pittore messinese Alonso Rodriguez (1578-1648), la paternità ne è ora discussa: o un seguace dello stesso Rodriguez, ovvero Giuseppe Ribera, o ancora ad un pittore francese attivo in Sicilia.
- Negazione di san Pietro, olio su tela attribuito ad un seguace del pittore olandese Gerrit van Honthorst, della seconda metà del XVII secolo.
- Nature morte con Cesto di fiori con porcellini d'India e con Cesto di fiori con pappagallo del pittore Giovan Domenico Osnago, di origine milanese e attivo a Cefalù agli inizi del XVIII secolo come specialista di quadri di fiori.
- Immacolata fra gli angeli e San Giuseppe con Gesù Bambino, attribuite ancora all'Osnago, ovvero a Filippo Randazzo, di Nicosia, ancora della prima metà del Settecento.
- Canal Grande e Piazza San Marco dipinti del vedutismo veneziano, forse della cerchia di Michele Marieschi.
- Alba a Cefalù (panorama dall'altura di Santa Lucia) di Francesco Bevilacqua, tra la fine del XVIII e gli inizi del XIX secolo.
- San Giovanni Battista, recentemente ritrovato e restaurato, attribuito a Giovanni Antonio Sogliani dei primi del 500.